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Piccola produzione, una notorietà ancora da conquistare, soprattutto al di fuori dei confini provinciali, ma un'identità sicura di cui fare tesoro. Questa, in estrema sintesi, la diagnosi del Buttafuoco storico 2002, che emerge dalla degustazione inserita nel periodico programma di wine tasting, rigorosamente effettuati alla cieca, effettuati da questo portale. Nove vini in degustazione, sette di aziende aderenti a quel Club del Buttafuoco fondato nel 1996 da undici viticoltori oggi saliti a diciannove, e due di produttori non soci, e un livello qualitativo medio che a giudicare dal metro di valutazione solitamente adottato in questi nostri confronti (punteggi che vanno da un minimo di una ad un massimo di cinque stelle, con possibilità di assegnare dei mezzi punto intermedi), è stato nettamente il più alto tra quelli verificati nei nostri confronti. | ![]() |
Nessun campione
ha ricevuto un apprezzamento inferiore alle due stelle e mezzo e cinque vini hanno
ottenuto punteggi medi tra le tre stelle e mezzo e le quattro stelle, a dimostrazione non
solo che ci si trovava di fronte a vini più che convincenti dal punto di vista
organolettico, ben vinificati, dotati di una bella personalità, di un carattere saldo, ma
che quando si sceglie di lavorare con estremo rigore e di saper studiare le reali
vocazioni del territorio, anche in Oltrepò Pavese si possono realizzare vini di un certo
valore. Prima di parlare dei risultati della degustazione è bene ricordare le
caratteristiche del Buttafuoco storico, così come disposto dal disciplinare
dell'associazione che oggi raggruppa gran parte del panorama produttivo. Con il nome Buttafuoco si designa un vino ottenuto dalla vinificazione di uve Croatina, Barbera, Uva Rara e Ughetta, provenienti da vigne poste su versanti ben esposti e asciutti collocate in un'area storica delimitata dai torrenti Versa (ad est) e Scuropasso (ad ovest) che comprende i comuni di Stradella, Canneto Pavese, Montescano, Castana, Pietra de' Giorgi, Cigognola e Broni. Un territorio collinare, di altitudini varianti dai 100 ai 350 metri circa di altitudine, che deve la sua genesi geologica al periodo delle grandi alluvioni padane, e che si presenta di volta in volta con terreni gessosi, sabbiosi, ciotolosi e argillosi che nel corso dei secoli hanno maturato un'ottimale vocazione alla viticoltura. Per fregiarsi del marchio del Buttafuoco storico, i vini
degli associati devono seguire una serie di rigorose regole produttive che vanno da un
lungo, meditato affinamento in botti di rovere alla commercializzazione solo dopo 25 mesi
dalla vendemmia, alla mezzanotte della seconda domenica di novembre. Ulteriore importante elemento di qualificazione del vino è il giudizio
preventivo sulla validità dei prodotti e sulla possibilità di presentarsi con il marchio
storico, espresso da un'apposita commissione tecnica e di degustazione. Il punteggio
minimo che occorre raggiungere è di 80 centesimi (che in linea di massima potrebbero
corrispondere alle tre stelle - tre stelle e mezza della nostra degustazione). Superata
questa soglia il vino può essere imbottigliato nella caratteristica bottiglia oltrepadana
di vetro pesante che aiuta a caratterizzare meglio e distinguere il vino dagli altri rossi
oltrepadani. Qualche eccezione a questo stile di vino da apprezzarsi soprattutto in
abbinamento al cibo (piatti a base di carni rosse, arrosti, bolliti, brasati, cacciagione,
formaggi a pasta dura ben stagionati), più che nella verifica teorica della degustazione,
è venuta da un paio di campioni che sono parsi abbastanza anomali, o per l'estrema
dolcezza del frutto e la morbidezza a tutto tondo o per un affinamento in legno non
equilibrato, dove ad emergere erano note sparate di tostatura, di caffè o accenni
vegetali che finivano col trovare uno spiacevole coronamento gustativo in un carattere
secco e asciutto in bocca, in un'eccessiva astringenza e durezza. Forte di questa vocazione alla qualità, caratterizzato da un nome singolare che si fa ricordare facilmente, il Buttafuoco (che si avvale di un sito Internet dove possono essere reperite tutte le informazioni utili sulla sua identità e sui suoi protagonisti: www.buttafuocostorico.it ) può legittimamente aspirare a presentarsi, insieme ai migliori Oltrepò Pavese rosso riserva, a qualche Pinot nero e Barbera, al Riesling renano, come la più qualificata espressione della produzione vinicola oltrepadana, e come uno dei vini rossi di più salda personalità e forte carattere del panorama produttivo lombardo. Il che mi sembra un risultato tutt'altro che disprezzabile Franco Ziliani |
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